Se si pensa che il monumento ai Caduti di Umberto Mastroianni di Frosinone, ben imbacuccato nei ponteggi e nella plastica dal mese di ottobre scorso 2014, senza ricordare le condizioni trogloditiche precedenti, si trova ancora nello stato distruttivo e disperato nel quale una amministrazione comunale semplicemente indegna e inconsapevole del proprio ruolo lo ha precipitato e mantenuto dal momento della sua erezione trentanni fa, in quell’infelice luogo fino ad oggi a danno e spese della collettività, se si ricorda che a un’altra opera d’arte dello stesso artista collocata nel centro di una rotonda in quel di Cassino hanno addirittura saldato dei pezzi nuovi nella indifferenza o ignoranza generali, se si pensa che la Provincia proprietaria delle opere, conserva (!?) all’aperto nel cosiddetto Castello Ladislao di Arpino una decina di grosse sculture che, al contrario, data la loro natura, andrebbero conservate al coperto, quindi scientificamente destinate anche esse al degrado e alla ossidazione, sempre ed esclusivamente a danno della collettività, se altresì si rammenta che la istituzione che dovrebbe rappresentare e tutelare la figura di Umberto Mastroianni, e cioè la Fondazione Mastroianni, un buontempone esperto d’arte della provincia l’ha affidata a suo tempo a personaggi che nemmeno sapevano della esistenza dell’artista, con risultati a mio avviso esiziali sia per il nome dell’artista sia per le pubbliche finanze (a tutt’oggi ancora non sono stati pubblicati e resi noti i documenti finanziari e contabili di tale gestione), allora ben si apprezza e capisce ancora di più il valore della iniziativa che, in altra parte d’Italia, si sta aprendo in questi giorni al pubblico in onore dell’artista. E’ curioso quali e quanti paroloni e espressioni roboanti e magniloquenti escono e sono usciti dagli apparati fonatori dei personaggi pubblici ciociari che in qualche modo in questi ultimi anni soprattutto si sono occupati dell’artista, si ha disgusto e vergogna a ripeterli, vista la situazione reale ed effettiva nella quale, al contrario, tengono e mantengono la sua opera, nella indifferenza e inconsapevolezza complete.
Si sa che l’artista è vissuto ed ha operato molti anni in Piemonte e nella regione sono presenti alcune sue opere pubbliche della più alta rilevanza: il Monumento al partigiano nel Campo della Gloria di Torino, il Monumento alla Resistenza italiana di Cuneo, il Monumento ai partigiani del Canavese di Cuorgnè, il Monumento alla lotta partigiana della città di Alba. Nel capoluogo medesimo è presente un’opera estremamente significativa, la cancellata lunga 24 metri e alta 3,75 al Teatro Regio. E la città di Torino nell’ambito della esposizione mondiale della Sacra Sindone e altresì in occasione della Expo 2015, dedica all’artista una esposizione particolare e significativa: la sua produzione di arte sacra. Promotori e organizzatori sono il Museo Diocesano, la Consulta Torino e l’Archivio Umberto Mastroianni di Brescia, tutto sotto la promozione e sponsorizzazione delle massime istituzioni imprenditoriali, assicurative e bancarie della città. Il catalogo relativo, scientificamente impostato e graficamente curato, è stato redatto dal Prof. F.De Santi, unico esperto dell’opera dell’artista, il cui nome come quello degli organizzatori e promotori è garanzia ottimale della qualità e validità della iniziativa.
Rattrista ma più ancora offende la costatazione, e presa d’atto, che la provincia di Frosinone e le sue istituzioni e uomini politici sono assenti, non esistono in nessun momento della iniziativa, nemmeno in quello della inaugurazione formale, a documentazione e riprova, è da dedurre, del loro peso e valenza culturali e artistici e rappresentativi uguali a zero o quasi.
La esposizione ha luogo al Museo Diocesano di Torino, Palazzo Chiablese, Piazza San Giovanni 2 dal 1 aprile al 30 settembre 2015.
Michele Santulli