Per tutta la fine del 1700 e il secolo successivo, la Ciociaria, pur essendo ombra di Roma, fu comunque meta ricorrente di artisti e di viaggiatori, al di qua e al di là dei Lepini e degli Ausoni e degli Aurunci. Famosi gli artisti europei che nelle prime decadi dell’Ottocento scoprirono e fecero conoscere a tutta l’Europa la figura del brigante ciociaro appollaiato sui monti attorno a Sonnino e a Itri o quegli altri, qualche decade più tardi, che anziché sui monti, preferirono ricercare soggetti per i propri quadri esplorando e navigando le paludi fino a Terracina: altre località predilette furono Anticoli e Cervara sui Simbruini nell’Alta Valle dell’Aniene, più a Sud Olevano amatissima dagli artisti tedeschi in cui ancora posseggono delle istituzioni artistiche attive ed operanti e poi, giunti in pianura, anche le terre bagnate dal fiume Liri sia quelle attorno a Sora-Isola sia quelle lungo la Valle Roveto. Ma già dalla fine del 1700 e inizi del 1800 le due cascate miracolose di Isola del Liri col loro suggestivo castello -oggi ne è rimasta una sola!- erano state soggetto appetito e ricercato dai grandi pittori quali il Ducros, l’Hackert, il Bidauld, il Fries e più tardi dei napoletani Raffaele Carelli, i Fergola ed altri. E invece verso la fine del secolo fu in particolare Sora a divenire luogo di attrazione e di richiamo stabili dei pittori scandinavi specie danesi, una parentesi storica significativa quasi completamente ignorata che auguriamo quanto prima trovi il cultore e i cultori che ne intraprendano le ricerche e le indagini. E’, in aggiunta, a dir poco imbarazzante rilevare che i sindaci dei due comuni, Sora e Isola, in tutti questi anni non abbiano mai sentito parlare, al di là del cemento e dell’asfalto, di questa fulgida pagina della storia delle città da loro amministrate e degnamente farne oggetto di gratificazione e di piacere ai rispettivi cittadini come, invece, hanno fatto Olevano, Cervara di Roma, Anticoli, Civita d’Antino, Itri… E’ dal 1880 che si succedono a Sora nuclei di artisti che vi realizzano qualche centinaio di opere attratti dall’ambiente e dalle acque, a quell’epoca solenni e ricche, del fiume Liri principalmente. E il fiume è infatti il soggetto preferito (le lavandaie, i ponti, le case, il pescatore, il paesaggio fluviale…), altro soggetto che attrae è il giorno di mercato: abbiamo parecchie immagini di scorci di mercato e gli artisti si soffermano con curiosità a ritrarre uomini e donne nei loro costumi e con quegli strani calzari ai piedi.
E se si fa una visita ai numerosi musei danesi, non solamente quelli in Copenhagen, si scoprirebbe con sorpresa, e anche umiliazione, che sulle pareti sono appese moltissime opere che illustrano e ricordano scorci e personaggi e ambientazioni ripresi in queste terre soprattutto a Sora. Dico ‘con sorpresa e umiliazione’ perché a Sora -che pur si è dotata di una struttura museale ragguardevole- e naturalmente anche a Isola, di tali quadri di questa epoca così particolare e fortunata, non ve ne è nemmeno uno. Ma in siffatto poco onorevole contesto è corretto far presente, invece che Olevano, Anticoli, Itri, Cervara di Roma sono anni che hanno realizzato strutture ma soprattutto maturato la consapevolezza e il significato di questa splendida pagina storica e artistica che hanno vissuto e che sono impegnate a valorizzare al meglio e che, altresì, una benemerita istituzione abbruzzese, la Fondazione Pescarabbruzzo di Pescara, sono anni ormai che si adopera per la valorizzazione degli artisti danesi a Civita d’Antino con mostre e pubblicazioni e convegni e altro e, allo stesso tempo, acquista le opere che affiorano sul mercato antiquario aventi per soggetto scorci e personaggi di Civita d’Antino e indirettamente anche di Sora! Pare che sono arrivati a quota quaranta! E a Sora? E a Isola?
H.Eilif E.Peterssen (1852-1928) nel 1880 a Sora con un gruppo di amici artisti, vi realizzò un’opera di molta suggestione, oggi al Museo di Oslo, dal titolo ‘Siesta in una osteria di Sora’ che ci fornisce uno spaccato attento della società. Joachim Skovgaard (1856-1933) che frequentemente soggiornò a Sora e a Civita d’Antino, ci ha lasciato una fedele descrizione pittorica di uno scorcio di giorno di mercato con uomini e donne in costume ciociaro e le loro mercanzie. Un altro grande artista P.S.Kroyer (1851-1909) che pure lui venne più volte sia a Sora e sia a Civita d’Antino, questo paesino a mille metri di altezza sovrastante la Valleroveto reso eterno e conosciuto grazie alla presenza degli artisti scandinavi specie danesi fino ad oggi, ha lasciato molte opere realizzate a Sora: ragguardevole un dipinto che illustra un gruppo di contadini intenti a zappare la terra e l’altro che illustra il giardino dell’’Albergo del Liri’ dove soggiornava. Sempre in quest’anno 1880 P.S.Kroyer entrò in contatto con un altro illustre figlio di Sora, pure lui iscritto nel libro dei morti da sempre da parte delle civiche istituzioni, che gli impartì i primi elementi dell’arte della scultura: stiamo parlando dello scultore Pasquale Fosca che il Kroyer andò avisitare anche nel suo studio di Napoli dove vi conobbe la modella che posava per l’artista: ne fu così colpito che ne trasse motivo di ispirazione per realizzare un’opera dal titolo ‘Nannina’, il nome della modella, che grande successo incontrò quando esposta in una esposizione in Danimarca, oggi presente al Museo Hirschsprung di Copenhagen. Altra opera del Kroyer, che riscosse anche una medaglia nel Salon parigino, fu un grande quadro anche esso nel Museo danese succitato, intitolato ‘Il Cappellaio di Sora’. E tale quadro apre uno spiraglio di cronaca estremamente gratificante in quanto esso illustra l’interno del laboratorio di un artigiano cappellaio nel 1880 i cui eredi ancora oggi portano avanti la medesima attività con successo: la Cappelleria Frascone, sita vicino alla chiesa di San Bartolomeo al Corso. Altri artisti scandinavi che hanno dipinto a Sora e dintorni sono Johan Rohde (1856-1935), Edvard Petersen (1841-1911), Viggo Pedersen (1854-1926), K. Zahrtmann (1843-1917) che è stato lo scopritore delle attrattive di Civita d’Antino a partire dal 1883, C.Meyer Ross (1843-1905) che soggiornò lungamente a Sora e dove lasciò una sua imponente opera di carattere religioso, un trittico, dipinta a suo tempo per il civico ospedale.
Michele Santulli