LA MODELLA CARMELA BERTAGNA DI GALLINARO

In effetti questa valle appartata racchiusa e delimitata da monti e colline nel passato, scherzo della natura, ha avuto il dono di dare la vita a tutta una serie di donne maggiormente e di uomini lodate e ammirate per la loro prestanza e vaghezza, tanto da divenire nel corso del 1800 le modelle e i modelli preferiti dai più grandi artisti europei a Roma prima ma a Parigi soprattutto e poi a Londra. Stiamo parlando della Valcomino, questo angolo appartato dell’Alta Terra di Lavoro che solo nel 1911 si scoprì che esisteva geograficamente! E tra questi paeselli quello che ne rappresenta il vero olimpo è Gallinaro, a 500 m di altezza nel cuore della Valcomino. Certo che se un visitatore vi mette piede alla ricerca delle tracce e dei ricordi di Laurette e di Cesidio e di Carmelina e di Adele e della baronessa e di Maria Pasqua e di Rosalina, vale a dire di quei personaggi ormai eternati nella Storia dell’Arte,   non è che ne riporta una bella impressione: anche qui cementificazione selvaggia, immondizia e trascuratezza e degrado, bancarelle, scheletri in cemento armato sempre più numerosi, la natura e il paesaggio, la sola ricchezza della zona, gravemente offesi e, si dice, il peggio è da venire tra poco; non si vede -paradossale- un tetto antico, è come se qualcuno si fosse divertito a cancellare ogni traccia del passato. Ma qui ci arrestiamo per non urtare certe suscettibilità. E’ certo che pochi gallinaresi solamente si rendono conto pienamente della eredità inaudita di cui sono stati fatti segno dal destino e delle possibilità inimmaginabili di richiamo dei cultori d’arte del mondo intiero sui luoghi dei modelli e quello invece che stanno facendo del loro paesello, direttamente o indirettamente, comunque complici e sodali.

La situazione non è migliore per gli altri comuni che hanno scelto, stando ai fatti, di ignorare completamente certe pagine della loro storia, al contrario note in tutto il mondo, e di continuare invece a concentrarsi, se non a prediligere, pecorino e fagioli irrorati di beveraggio locale, alla guisa di quanto avveniva nel basso impero.

Tra le modelle di Gallinaro ve ne è una anche lei dal destino eccezionale e anche lei nota a tutti i cultori d’arte del pianeta: Carmela Bertagna, eternata dal più grande artista americano John Singer Sargent (1856-1925), a Parigi. E’ uno dei quadri più conosciuti e fiumi di inchiostro sono stati consumati per identificare la storia e la origine della modella e tante le ipotesi ripetute. E quanto ha contribuito a rendere la situazione ancora più difficoltosa è il fatto che l’artista ha apposto sul dipinto -come era solito fare in altri casi di modelli particolarmente a lui cari- l’indirizzo della ragazza: Rue du Maine 16 e il medesimo indirizzo, ecco perché la cosa è diventata più difficoltosa, anche sul quadro che raffigura il di lui padre! Attente ricerche hanno portato a costatare che questa via, una delle più miserabili della Parigi dell’epoca, era anche essa abitata nella quasi totalità dai ciociari e al n. 16 risulta storicamente che vi abitavano sia il nucleo dei Pignatelli e sia quello degli Arpino, tutti Gallinaresi, e quindi, in aggiunta, anche quello degli pseudo ‘Bertagna’. Di conseguenza non poteva abitarci il padre del pittore che, con la moglie, erano vecchi capitalisti americani che trascorsero la loro esistenza in Europa e che tra l’altro, in quegli anni sono documentati altrove. E perciò deve trattarsi di un errore materiale dell’artista.

Quell’indirizzo Rue du Maine 16 incuriosì il nostro studioso che iniziò un esame attento sia del dipinto e sia della scritta ma soprattutto della storia dello strano cognome ‘bertagna’. La lettura paziente e attenta sul dipinto portò alla convinzione che si trattava in verità non di ‘bertagna’ bensì di ‘berstegna’, cosa che tutti possono verificare. Ma anche questo sostanzialmente non è un cognome ciociaro. Epperò la lettura di vecchi registri anagrafici di San Donato-Gallinaro miracolosamente scampati alla guerra portò lo studioso ad imbattersi, nei vari elenchi, effettivamente in un cognome ‘berstegna’, più volte ripetuto! Tutta la vicenda è minuziosamente descritta nel libro ‘MODELLE E MODELLI CIOCIARI a Roma, Parigi, ecc.” di cui si raccomanda la lettura a chi ne ha piacere. Quindi è ben possibile e normale che anche Carmela avesse addosso un documento di identità con quel cognome che passò all’artista per copiarlo sul quadro. Infatti la scritta leggibile ‘berstegna’ dovuta sicuramente al prete che ha redatto gli atti di battesimo, non era altro che una contrazione e contaminazione di ‘Bevilacqua’ come suol succedere, allo scrivano, quando si ripete centinaia di volte una stessa parola. E’ il medesimo processo per cui Abbruzzese diventa Bruzzese, Caira diventa Caiva, Pesce diventa Pech, Rossi diventa Russo, ecc. Quindi la modella del celeberrimo quadro, oggi in un museo americano, si chiamava Carmela Bevilacqua! Di nuovo da Gallinaro!

Michele Santulli

 

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