In effetti è la sola modella che viene menzionata se si va all’indice dei nomi nel sito ufficiale del Museo Rodin: di lei si dice il cognome ‘Abruzzezi’ come scritto dall’artista stesso nei suoi taccuini, e al posto delle sue coordinate anagrafiche, si vedono due punti interrogativi. Incomprensibile è che il Museo Rodin, dopo oltre centotrenta anni, mai ha intrapreso il tentativo per strappare all’anonimato completo non dico i modelli ciociari di Rodin ma almeno la figura di Adele, per cui continuano a ripetere che viene dagli Abruzzi, che era bruna di capelli, che era presente nello studio dal 1878…. quando aveva otto anni!! e del genere. E nella ormai incontrollabile letteratura sull’artista e nei cataloghi di vendita, si ripetono sistematicamente le medesime notizie: Adèle posò per la prima Eva nel 1881, per la donna accovacciata, per la cariatide caduta che porta la pietra, per Iris, per Meditazione, per il Torso d’Adele, per tanto altro: questi sono tra i capolavori dell’artista e altresì tra le opere canoniche della scultura occidentale. E la maggior parte delle opere da lei ispirate risalgono, secondo il Museo e gli studiosi, al periodo 1878 – primi anni 80. A quest’epoca l’artista (1840-1917) aveva circa quaranta anni e cominciava a grandi passi a divenire lo scultore più noto e celebrato e il suo studio, da poco a Rue de l’Université 182 a Parigi, cominciava a contare parecchi collaboratori e a registrare un movimento di clienti, giornalisti, amici, scultori, apprendisti, modelle che col tempo diverrà un vero e proprio polo industriale della scultura. L’artista ormai esperto e altresì temprato dalle difficoltà incontrate e vissute nella sua esistenza, aveva compreso e assimilato i comportamenti corretti da tenere e da mantenere nei rapporti specie con gli amatori e collezionisti. In particolare come ricavare il massimo sia in soldi sia in promozione della propria immagine quando una sua creazione era particolarmente riuscita ed amata. Solamente della celebre ‘Eva incompiuta’ si saprebbe per certo che l’artista iniziò a lavorarci ai primi anni ’80 e quindi è impossibile che abbia potuto esserci Adele che all’epoca aveva sei anni. E infatti, sulla scorta delle ultimissime ricerche, la modella accertata di quest’opera fu un’altra modella, Maria Antonia, la baronessa, anche essa ciociara, per la quale rinvio al libro citato qui in basso.
In merito alle datazioni di cui sopra sia ribadito che Adele è nata a Gallinaro in Ciociaria il 28 aprile1876 come Adelaide Abbruzzese e perciò, si deduce, tutto quanto si dice su di lei e si scrive è frutto di fantasia e soprattutto delle cattive/mal interpretate notizie fornite dal biografo principale di Rodin del 1913.
Le conseguenze sono duplici: o le date fino ad oggi pubblicate sono erronee oppure non è Adele la modella delle opere menzionate.Ma noi sappiamo documentariamente che per le opere citate -e per altre- e eccetto la prima Eva, ha effettivamente posato Adele. Allora ne consegue che se le date di cui sopra si volessero considerare buone e attendibili, ci troveremmo di fronte ad altra deduzione: Rodin ha ripetuto, con Adele, quanto aveva già creato dieci-quindici anni prima, quindi ha privato e tolto a dette opere il crisma della tipicità e della unicità, le ha fatte diventare delle repliche o dei ripescaggi. E ciò non è possibile: su un soggetto realizzato anni prima, l’artista può ritornare una volta, due volte ma non per una serie di crezioni: un grande artista non si ripete mai! Perciò, concludendo, le date di cui sopra sono tutte erronee e false e le opere citate sono state realizzate quando Adele ebbe l’età per entrare effettivamente nello studio cioè verso il 1893-94 all’età di 16-18 anni, una tuberosa in sboccio! E’ in realtà tutta la periodizzazione delle opere di Rodin, almeno quelle riferite ad Adele, che va totalmente riesaminata e reimpostata, se si vogliono cancellare le vere e proprie assurdità nonché errori più sopra individuati che, al contrario, caratterizzano la situazione critica attuale. In effetti l’artista non si è mai preoccupato di apporre date o connotazioni temporali alle sue creazioni: i suoi interessi e incombenze e priorità erano ben altri che non la datazione o la cronologia o perfino la connotazione o denominazione delle opere: sono fondamentalmente gli studiosi e i critici che hanno fissato delle date e dei nomi sulla scorta di loro deduzioni e ricerche e ovviamente anche sulla scorta della presenza di dette opere a qualche esposizione, sempre ammesso se veramente individuate: invero Rodin non apponeva titoli o date o contrassegni distintivi o numerazioni o altro. E’ comunque certamente quanto meno bizzarro a dir poco, continuare a riferire ad Adele, oggi ancora nel sito del Museo Rodin, opere quando lei ha otto-dieci anni.
Adele era stata preceduta dalla sorella Anna nello studio dell’artista, di qualche anno più anziana, anche lei molto amata, tanto che si sono frequentati quasi settimanalmente, per circa trenta anni, fino alla morte di Rodin. Il corpo di Anna è visibile nelle due cosiddette Cibele e nella Toletta o nascita di Venere e in altro. Per la cronaca: nell’indice dei nomi al sito del Museo Rodin, Anna non esiste. Adele e Anna, che l’artista amava vedere camminare e muoversi nello studio e dalle quali, specie da Adele, riusciva ad ottenere e ad assistere alle movenze e posizioni le più originali e anche difficili, furono loro in realtà che, tra al’altro, risvegliarono nell’artista anche il bisogno e la necessità di fotografare e di cristallizzare a mezzo di disegni all’impronta e immediati, tutti quei movimenti e posizioni così stimolanti e fondamentali per la sua arte: centinaia sono i disegni dunque che ritraggono e fissano sulla carta le loro movenze e i loro corpi e le loro chiome e non pochi sono perfino riconoscibilissimi: Anna dal corpo turgido e pieno e dalle chiome nere e Adele altrettanto formosa ma più nervosa e scattante e dalle chiome ramate: è a lei che l’artista pensava e aveva in mente quando la descriveva quale una ‘pantera’, al suo biografo. Eppure tra i diecimila e passa disegni registrati di Rodin, nemmeno uno è stato individuato dagli studiosi, nemmeno in occasione della ultima mostra monografica!
Per quanto mi riguarda, di una sola scultura non mi pare essere riuscito ad individuare l’originale, proprio quella che l’artista stesso ci tenne ad individuare e a differenziare dandogli il suo, di lei, nome -unico caso in tutta la sua produzione!- e cioè il ‘Torso d’Adele’ che non è certamente da identificare con quello, alquanto miserello di 11 cm, presente con questo nome nell’armadio espositore del Museo Rodin, risalente tra l’altro, si dice nel sito del Museo, a prima del 1884, quando cioè Adele aveva 8 anni!! Ben altro in effetti doveva essere ‘Il Torso d’Adele’ ma quello originale, presentato alla mostra del 1899 a Bruxelles, allorché di anni Adele ne aveva 23! Nel mio libro: MODELLE E MODELLI CIOCIARI NELL’ARTE EUROPEA A ROMA, PARIGI E LONDRA NEL 1800-1900 il tema del Museo Rodin e del ruolo primario e fondamentale delle modelle e modelli ciociari nell’opera di Rodin vengono trattati diffusamente.
Michele Santulli