Anche lei modella di artista nata in quella fucina inaudita di donne bellissime e di uomini apollinei che fu la Valcomino e soprattutto Gallinaro in Alta Terra di Lavoro, oggi provincia di Frosinone, nel 1800, un miracolo della natura ancora tutto da scoprire e da valutare e da capire. Nel mondo dell’arte e della letteratura è nota come lo è Graziella o Nanà o Virginia o Madame Bovary o Violetta, ecc. Il suo nome è Laurette, amato e ammirato dai cultori d’arte di tutto il mondo perché di tutto il mondo è il pittore Henri Matisse che l’ha eternata con questo nome. Il nostro sottilissimo Alberto Arbasino, davanti a un quadro che la raffigurava, scrisse: “Laurette la modella meridionale con le ciocche come anguille”.
Alcune vicende della esistenza fanno in modo che la incontriamo a Parigi a partire dall’estate-autunno 1916 a guadagnare la sua vita. Lei è nella piena maturità, ha circa trenta anni, splendida, alta, dai capelli corvini. Emigra a Parigi con una sorella, Rosa, divenuta vedova, più giovane di qualche anno: la guerra dilagante arreca pesanti turbamenti nelle loro esistenze e grande miseria nel loro paesello. A Parigi trova subito di che guadagnare la sua sussistenza posando nello studio dell’artista Henri Matisse. Anche l’artista vive, pur se per altre motivazioni, un periodo di grande smarrimento: è alla spasmodica ricerca di sé stesso e quindi di un nuovo stile e di una nuova personalità: il fauvismo da lui inventato, il cubismo, il cézannismo, la passione per Van Gogh sono momenti nei quali ormai non si riconosce più. Vuole ritornare all’ordine ma non trova la via e il modo né il modello di ordine. E quindi tra la povera modella di Gallinaro, afflitta da problemi meno trascendentali ma non per questo meno seri e impellenti, e quello che è già considerato un grande artista di fama europea inizia un rapporto di lavoro incerto e perfino traumatico, ma che piano piano, a poco a poco, raggiunge e consegue livelli di armonizzazione e di compenetrazione così profondi e determinanti che l’artista inizia a rendersi conto delle nuove vie e strade che gli si stanno aprendo davanti grazie a quella presenza stimolante e arricchente davanti ai suoi occhi. Ed infatti man mano che i mesi passano i vecchi cromatismi fragorosi del periodo fauve e le vecchie interpretazioni cubiste e impressioniste lasciano lo spazio a quelle nuove impostazioni dolci e armoniose, che diverranno poi la personalità e l’arte di Matisse nei prossimi quarantanni: la cultura degli interni, la idealizzazione della figura della donna, il cromatismo ricco e splendente dal quale le figure e le nature morte scaturiscono come scolpite e poi la luce e la luminosità sempre parte determinante della sua produzione e il cromatismo vario e sempre cangevole. Laurette rappresenta dunque una cesura, la fine di un’epoca e l’inizio di un nuovo mondo e di una nuova vita per l’artista, anche in senso materiale in quanto già alla fine del 1917 o inizi del 1918 si trasferisce a Nizza dove si stabilirà in permanenza e dove vivrà da solo perché ormai anche i rapporti con la moglie sono divenuti patrimonio e eredità del passato. Laurette è stata una rivoluzione e uno sconvolgimento nella esistenza di Matisse. La moglie progressivamente rilevava queste mutazioni e questi cambiamenti che, del marito, stavano facendo un uomo differente, non solo artisticamente, e iniziò a rendersi conto che tutto era da ricondurre alla presenza conturbante e spiritualmente condizionante della nuova modella, di quella che a seguito delle sue parole non certamente elogiative, è passata nella storia dell’arte come ‘la femme italienne’. Noi della ‘femme italienne’ abbiamo rintracciato come detto tutte le coordinate.
A Laurette, dal ‘cuore nobile’ come viene ricordata da una centenaria di Gallinaro, il rapporto quotidiano con Matisse dischiude nuovi mondi e nuove ipotesi esistenziali e soprattutto nuove sensibilità e percezioni. La sua presenza quasi un processo maieutico, ha per risultato di far sgorgare e prorompere dall’animo dell’artista nuove forme e nuovi modelli che il suo pennello traduce miracolosamente in alcuni capolavori ineguagliabili presenti in gran parte nei grandi musei della Terra in uno stile e in una personalità che fanno ormai parte integrante della Storia dell’Arte.
Si contano circa cinquanta opere che Matisse ha dipinto con la presenza di Laurette nelle posizioni e ambientazioni le più diversificate. Il loro reciproco arricchimento e anche condizionamento della sfera spirituale ed artistica scaturiti da un rapporto lungo di parecchi mesi e la loro reciproca fiducia e spontaneità e assenza di ogni tipo di riserva e di preclusione ottenne come risultato la simbiosi perfetta delle due anime, unica o quasi unica in tutta la storia dell’arte occidentale.
Laurette, l’umile modella di Gallinaro, ricca della sua bellezza e della sua sensibilità, ha lasciato nella esistenza del grande artista per gli anni a venire, fino alla fine, non solo quelle realtà che abbiamo ricordato più sopra ma anche il ricordo, senza esagerazione: imperituro, di una esperienza di vita che nulla e niente di tutti i numerosi avvenimenti ed eventi che costellarono la sua vita all’impronta del successo e della celebrità mondiali, potettero nemmeno scalfire: Matisse di Laurette, secondo quanto ci documenta Jack Flam noto studioso dell’artista, conservò nel suo studio fino alla fine due opere che la raffiguravano, che non pensò mai a vendere: una (‘Laurette in a Green Robe -Black Background’ oggi al Metropolitan di New York) accettava che figurasse in qualche esposizione importante, un’altra invece, sconvolgente in tutti i suoi aspetti (‘Laurette with Coffe Cup’ oggi gloria del Museo di Arte Moderna di Parigi) la tenne gelosamente chiusa e reclusa e preclusa nel suo atelier senza mai esporla o mostrarla a qualcuno o pubblicarla: accessibile solamente a lui e alla sua nostalgia per la sua modella di Gallinaro.
A guisa di conclusione, e la cosa in verità fa venire i brividi come ha osservato quella grande studiosa di Matisse che è Hilary Spurling, invero l’intesa tra i due è durata fino alla fine in quanto sono entrambi morti lo stesso anno, a un mese di distanza l’uno dall’altro, prima lui e poi lei, pur non essendosi visti e incontrati mai più.
Se si desidera approfondire questo affascinante argomento dei modelli di artista ciociari si può consultare il libro ‘MODELLE E MODELLI CIOCIARI NELL’ARTE EUROPEA A ROMA, PARIGI E LONDRA 1800-1900” e se si vuole conoscere più da vicino il rapporto sottile e fondamentale tra Laurette e Matisse allora si legga il catalogo redatto dal suo più grande studioso Jack Flam “MATISSE IN TRANSITION, AROUND LAURETTE” edito dal Norton Museum di West Palm Beach, che dedicò una mostra personale a Laurette nel 2006 con la esposizione della maggior parte delle opere in cui appare.
Michele Santulli