“Diciotto studiosi provenienti da sette università e cinque Paesi diversi, tra cui Harvard, Princeton, Avignon e Pechino. A 100 anni dalla nascita di Elsa Morante e a 110 da quella del regista de La Ciociara di De Sica, sono questi i numeri della seconda edizione del Convegno Internazionale Alberto Moravia e La ciociara” che si terrà a Fondi in questi giorni. E questo appena citato è il comunicato stampa che l’ente organizzatore della manifestazione, il Comune di Fondi, ha diramato ai vari media nazionali in occasione di tale ricorrenza sia del film ‘La Ciociara’ e sia di Alberto Moravia, autore del romanzo da cui Vittorio de Sica, regista, ha tratto quel capolavoro di film, ambientato appunto nella Ciociaria latina.
Fondi, in questo modo, è la sola città della Ciociaria Storica a tener vivo il suo passato e le sue radici: alcuni suoi figli gloriosi sono stati per tutta la loro vita consapevoli di questo loro dovere di memoria e di rivisitazioni: chi non ricorda il film celebre “Non c’è pace tra gli ulivi” di Giuseppe De Santis? Chi non conosce almeno superficialmente l’opera pittorica di Domenico Purificato ei suoi personaggi ciociari? E i carmi e i poemi di Libero de Libero? Anzi Libero de Libero rappresenta, essendo nato a Fondi e sepolto a Patrica, il ponte eccezionale che tiene ancora oggi uniti questi territori ciociari al di qua e al di là degli Aurunci, degli Ausoni e dei Lepini, a guisa di un arcobaleno, come lo erano stati per secoli nel passato, malgrado la reciproca indifferenza di oggi a una pagina di storia comune. Infatti l’immenso territorio a Sud di Roma e dei Castelli fino al Garigliano, identificato per secoli come Campagna di Roma -sotto il governo della Chiesa, fino al fiume Liri e prolungamento ideale fino a Terracina- e come Alta Terra di Lavoro -sotto quello borbonico, compreso tra il fiume Liri e il fiume Garigliano e prolungamento ideale fino a Gaeta- in realtà era in massima parte tenuto unito e direi unificato e omologato non solamente dal medesimo vestimento e calzature bensì parimenti dalla comunanza strettissima dei destini sociali e economici. Il Comune di Terelle -borbonico- nel corso del XIX secolo quasi si svuotò per trasferirsi a Terracina -papalina-, alcuni Comuni della Valcomino -borbonica- quali Gallinaro, San Donato, Casalvieri, Alvito avevano trovato una seconda patria in Velletri e in Anzio e Nettuno -papalini-, Casalvieri -borbonica- aveva legami strettissimi, economici soprattutto con Sezze -papalina-, dove ancora oggi si incontrano le tracce in certi casolari, delle vecchie famiglie Zincone e Fanelli, per non parlare delle migliaia di presenze originarie della Valcomino -borbonica- principalmente ma anche del Cassinate, disperse nel territorio malsano delle paludi pontine -papaline-. Già se si sfogliano gli elenchi telefonici si rileva agevolmente una presenza di cognomi che evoca e allo stesso tempo storicizza tali realtà. Inqualificabile e anche incomprensibile che fino ad oggi, a parte tali purtroppo contingenti momenti quale quello a Fondi, nulla si faccia programmaticamente e si consegua da ambo le province per tenere almeno presente e vigile tale comunanza storica secolare. Perdere la memoria delle proprie radici equivale alla mutilazione della propria esperienza e conoscenza. Roma riveste in tal senso il medesimo ruolo e appartenenza: tutti i territori a Sud dei Castelli e di Tivoli e di Palestrina e tutta l’alta valle dell’Aniene e i Monti Simbruini fino ad Anagni, a Paliano e a Segni. Ma si direbbe che si abbia paura della Ciociaria: fino ad oggi nessuno studioso e soprattutto nessuna istituzione sia essa politica sia essa scolastica ha mai intrapreso tale percorso cognitivo. Quanto invece è sempre attuale è la carica negativa che, chissà perché, si associa al nobile termine.
La Ciociara con Sofia Loren, De Sica regista tra l’altro nato a Sora, Alberto Moravia il romanziere: un contesto dunque artistico e culturale di prim’ordine: e la Provincia di Roma? E la provincia di Frosinone, che fanno? E le altre istituzioni?
La settimana della cultura nazionale promossa anche quest’anno dal Ministero competente nel corrente mese che anche in Ciociaria apporti un contributo alla valorizzazione e salvaguardia di certe radici.
Michele Santulli