COROT E  ‘DONNA CON MANDOLINO E TAMBURELLO‘

All’attenzione  un raro capolavoro del Maestro e allo stesso tempo un documento che compendia e, anzi, immortala, sia il costume ciociaro nella sua perfezione folklorica nonché unicità sia la modella che ha posato. L’opera ritrae la modella Agostina  nella sua vestitura di ciociara  col tamburello in mano appena arrivata a Parigi da Roma:  è così che Corot la individua in una via vicino allo studio in un gruppo di  modelle in attesa di venir  ingaggiate: ne resta colpito sia perché riconosce il vestito che indossa, già ammirato a Roma  e nei paesi degli Ernici e dei Simbruini 35 anni prima e sia perché attratto dalla giovane età e dalla bella apparenza: la nostalgia e il ricordo di quegli anni fanno il resto.   

J.B.C. Corot (1796-1875) come si sa è pittore della natura, è lui che ha conferito al paesaggio il fascino e l’atmosfera  tipici che lo hanno reso famoso e ricercato. E fu verso gli ultimi anni della sua vita, celebre e stimato, che volle dar prova ai cultori ed anche agli immancabili detrattori, di essere nondimeno  anche pittore della figura umana. E ‘Donna con mandolino e  tamburello’  ha il privilegio di essere la prima  o una delle primissime, delle sue trecento opere femminili che andrà a dipingere nei prossimi quindici anni e altresì la prima con Agostina modella che poserà per lui negli anni a venire  in almeno altre quindici opere,  alcune notissime quali  ‘Lettura interrotta’ a Chicago, ‘Signora in blu’ al Louvre, ‘Italiana. La Morieri’ a Washington.  L’ingaggio  con Corot è pure sicuramente la sua  prima  esperienza, diciotto anni, come modella a Parigi.

Nelle figurazioni femminili le vestiture che l’artista fa indossare alle modelle che posano per lui sono, in genere, elementi di vestiture ciociare che  Corot assembla e fa indossare con fantasia: in effetti l’artista  aveva riportato con sé dal suo soggiorno romano  qualche vestito  e qualche altro si fece portare successivamente da amici pittori. I quadri invece in costume ciociaro folkloricamente inappuntabile che illustrano donne, e qualche raro pastorello, sono circa dodici. Una peculiarità dell’artista è che non ama le calzature e nella totalità delle opere femminili quasi mai si vedono i piedi e nelle dodici opere prettamente ciociare solo in un paio si notano le cioce tipiche.

Nel dipinto qui illustrato la modella ha in testa una tovaglia folkloricamente  originale, specchio  della fantasia dell’artista: quanto invece è un palese elemento di rottura è  il mandolino in mano ad Agostina! Si sa che lo strumento fa parte della tradizione napoletana e che sono gli uomini che lo suonano e in ‘Donna con mandolino e  tamburello’  risalente al 1859-60 si ha, in aggiunta, la conferma sia  delle  scelte artistiche e stilistiche future di Corot  -il mandolino in mano alle donne-  sia del suo patrimonio culturale maturato  durante il lungo soggiorno in Italia  del 1825-28, e quindi del rispetto di certe caratteristiche  umane e sociali: questo è il suo primo quadro di donna non appartenente alla  sua cerchia,  è la prima sua modella ciociara di Parigi: ha già conosciuto le donne ciociare e le loro abitudini ad Olevano, a Subiaco, ad Anticoli,  ne conosce i contesti tra cui la funzione del tamburello.  Consapevole, in questo quadro, della licenza  del mandolino in mano alla ciociara e al fine di compensare e addolcire l’abuso folklorico,  dipinge e depone  il tamburello sul suolo, quasi a guisa di contrappasso, in realtà inconfutabile  firma originale e inedita dell’artista!   La prima ed unica volta che i due strumenti appariranno insieme abbinati. Lo stesso anno o giù di lì, 1859 o 1860, realizza  altre tre opere con la bella Agostina, questa volta nuda, distesa  per terra: il primo dei tre nudi è ‘The Repose’ alla Galleria Naz. di Washington, il secondo è ‘Bacchante by the Sea’ al Metropolitan di New York e il terzo è ‘Nymphe couchée’ al Museo di Ginevra. Con riferimento al nudo di Washington è significativo costatare che  sotto il corpo della modella, discretamente, senza ragione e motivazione apparente, appare un tamburello che Agostina tiene con la mano! E’ una seconda prova tesa non solo a sottolineare  la relazione storicizzata di tamburello-modella ciociara,  altresì  la sensibilità  dell’artista nei riguardi di certe istanze folkloriche e sociali e, non escluso, anche il senso di rispetto verso la sua modella.  I tre nudi suddetti, sorti a mio avviso in sequenza temporale,  evidenziano altresì un dettaglio che conferma e ribadisce la incontestabile congruenza e stilistica e cronologica e sentimentale tra i quattro dipinti:  il naso della modella visibile nei tre nudi è  il medesimo quasi fotografico di quello  della ‘Donna con mandolino e  tamburello’!  Ancora un particolare su tale capolavoro in collezione privata a Parigi:  forse acquistato dai primi cultori delle sue donne e cioè i mercanti Hector Brame o Louis Tedesco: penso, pur senza prove, al mercante  Louis Tedesco in quanto, secondo la tradizione, originario di Atina in Valcomino, quindi anche lui ciociaro, dove effettivamente il cognome ‘Tedesco’ era ed è, ricorrente. A parte queste due ipotesi, le vie delle opere di Corot sono ardue a percorrere.

Si aggiunga, per ultimo, che il tamburello non era solo uno strumento di lavoro per tutti i ciociari nella via della emigrazione ma sarà altresì  per la stessa Agostina, anni dopo, il nome e il  logo del ristorante che andrà ad aprire al Boulevard de Clichy 62 allorché la sua giovinezza volgerà al termine: ’Le Tambourin’, come la targa apposta dal sindaco di Montmartre qualche anno fa, dietro sollecitazione dello scrivente, ricorda e commemora.                                                                                                                                                                        Michele Santulli

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