Con la finalità di non far mancare una nota di storia della Ciociaria in questo momento particolare della vita comune, crediamo di rendere un servigio al lettore curioso ricordando un episodio che vide protagonisti Libero de Libero e Umberto Mastroianni, due delle pietre angolari sulle quali si regge la civiltà ciociara, e che civiltà !, pur se cemento armato e asfalto stanno continuando a degradare. Infatti i due artisti si conoscevano, si stimavano e hanno fatto anche qualche cosa assieme. Il loro primo incontro avvenne, come racconta De Libero stesso, intorno al 1940, anni letteralmente di fuoco e così, ‘gingillandosi con le parole’ ci lascia il suo ricordo di Umberto Mastroianni: ‘giovanissimo, capelli neri crespi a basettoni….i baffi farfalloni….’.
Si rivedono molti anni dopo, a giuochi fatti, quando entrambi baciati dalla gloria e dalla considerazione nazionale e internazionale, allorché il nostro Umberto, che tra l’altro era anche uno scrittore e poeta appassionato, vigoroso, irruente, robusto, soprattutto profondo e icastico, andò a trovare Libero de Libero a Roma e, dopo, congedandosi gli lasciò un malloppo: “fammi sapere che ne pensi”. Erano appunto poesie.
Entrambi personalità eclettiche, caleidoscopiche, a molte sfaccettature: l’uno scultore, pittore, poeta, scrittore, scenografo, l’altro poeta, romanziere, regista e scenografo, per esempio per De Santis (Ricordate? “Non c’è pace tra gli ulivi”), giornalista, organizzatore di avvenimenti artistici, critico… Umberto Mastroianni una delle realizzazioni che amava era quella di confezionare volumi di grandissimo pregio grafico con le sue opere, le sue poesie, i suoi racconti. Uno di questi, considerato il più ricercato, si intitola ‘VENTO FURENTE’ fu realizzato nel 1972 con altissimo impegno grafico e tecnico. Contiene una serie di dodici incisioni all’acquatinta e all’acquaforte -procedimento molto elaborato- incise su torchio a mano dal più ricercato stampatore d’arte dell’epoca; presente anche una serie di sue poesie e di racconti e, ecco la novità che ci riguarda, una splendida presentazione di Libero de Libero datata: Patrica 20 ottobre 1972 che ripercorre, tra l’altro, la storia della loro conoscenza e riandando con la memoria al loro primo incontro osserva: “Il suo paese e il mio che scottano della medesima terra, in Ciociaria”. Cioè Fondi e Fontana Liri.
Questa presentazione termina riportando dei versi di Mastroianni presenti nel prezioso volume (all’epoca costava cinque milioni, come si evince dalla etichetta):
“Era maggio e la luna sbiancava al cospetto dell’alba imponendo candore agli uomini del nuovo giorno”.
E prendendo nota della quantità enorme di festivals che stanno svolgendosi in ogni Comune della Ciociaria, marcatamente in quella frusinate, con grosse quantità di soldi specie pubblici, si nota la presenza degli intrattenimenti più variegati e i soggetti più disparati -cosa ovviamente accettabilissima in tempo di più o meno, vacanze- ma tra di questi non ve ne è nemmeno uno che ritracci o ricordi o affronti un episodio o un personaggio della storia della Ciociaria o qualcosa che abbia riferimento e relazione con questa terra cioè che la ricordi e la rammenti e la glorifichi: tutte cattedrali nel deserto, è la politica del basso impero di fausta memoria che si continua a perseguire, ignorando che sostanzialmente molta parte dei ciociari frusinati ben altro si aspetta e merita
Michele Santulli.