Un osservatore della nostra realtà ha scoperto (ved. sito ‘menteantica’) che non pochi sono i punti di contatto e le affinità tra Beppe Grillo e un celebre umorista e commediante francese: Coluche. In effetti entrambi artisti, comici, umoristi, dalla vena oratoria inesauribile, entrambi coraggiosi e impavidi, nemici degli sfruttatori e degli intrallazzatori e degli imboscati e dei parassiti e dei privilegiati, entrambi anelanti ad una società più giusta e più vivibile e quindi più intelligentemente consumista, entrambi desiderosi di cambiamento e di necessario capovolgimento, entrambi uomini di piazza e di società, entrambi, ad un certo punto della loro esistenza partecipi diretti e protagonisti anche della vita politica. Entrambi provocatori, agitatori, perfino sovversivi, entrambi continuamente scacciati e allontanati dai media televisivi e radiofonici nazionali, sia pubblici che privati, ferocemente oggetti di critiche e di rampogne da parte della stampa tradizionale, bersagli ripetuti dei professionisti della politica e dei cosiddetti benpensanti e dei sempre presenti conservatori e cerchiobottisti. Ma entrambi amati e seguiti dalla comunità.
Stiamo parlando di Michele Gerardo Giuseppe Colucci, originario di Casalvieri in Ciociaria, celeberrimo col nome di ‘Coluche’. I Francesi hanno cari certi termini quali la Marsigliese, la Rivoluzione, la Seminatrice, Marianna e da quasi mezzo secolo anche Coluche. Tutti i francofoni sia della Francia e delle ex colonie conoscono e amano Coluche.
Entrambi i personaggi connotano effettivamente certi medesimi aspetti e vicende professionali: sono quasi coetanei -due o tre anni di differenza- allontanati o tenuti scostati il più che possibile dai media statali di entrambi i paesi, incapaci a comprenderne il messaggio pur se dirompente e spesso dissacrante: la loro attività si è svolta essenzialmente in contesti privati e civili, non statali e pubblici, hanno brillato, e sono stati amati, quali commedianti e comici e come artisti cinematografici, hanno pubblicato numerosi dischi e opere, sono stati acerrimi nemici di tutte le situazioni conservatrici, anchilosate, morte, rappresentate da certe istituzioni e da certi personaggi, hanno lottato spavaldamente e intrepidamente per i diritti e la libertà, entrambi ad un certo punto si sono gettati nell’arena politica: uno, Grillo, protagonista delle vicende politiche del Paese in questi giorni, l’altro, Coluche, pur avendo raccolti suffragi altissimi, si ritirò ad un certo momento dalla corsa per la presidenza alla quale concorreva con inaudito seguito in quanto consigliato e/o minacciato a farlo ma soprattutto perché un suo caro amico, si scrisse, era stato assassinato ma principalmente perché lui stesso, Coluche, dopo due o tre anni, rimase vittima di un incidente stradale sulla Costa Azzurra con la sua moto che gli costò la vita ad appena 42 anni: non poca letteratura parla perfino di attentato criminale da parte dei suoi rivali politici. E il suo antagonista principale fu Mitterand che, si dice, vedeva in Coluche il contendente più temibile.
E la morte per incidente stradale è stato un secondo elemento che ha accomunato i due comici in quanto si sa che pure Grillo ebbe un grave fatto che causò la morte a tre persone.
Ma che cosa invece li rende diversi e differenti allorché vai alla sostanza vera? Grillo è nato da famiglia abbiente e ben educata, Coluche da un imbianchino ciociaro che lo ha fatto rimanere orfano a due o tre anni di età e quindi vissuto nella precarietà e principalmente per la strada parigina, che è stato il suo vero nutrimento morale e culturale. Grillo è più rivolto verso l’ambiente, il buon vivere per tutti, la lotta totale alla cementificazione, la lotta agli uomini politici professionisti che hanno portato il Paese nell’attuale situazione, l’eliminazione dei rifiuti, la promozione delle fonti energetiche rinnovabili, la decrescita industriale intelligente, cioè le tematiche che investono direttamente la esistenza umana. Coluche era ancora più feroce e dissacrante e tagliente, anche rozzo e grossolano a certi orecchi pur se mai volgare o triviale; era più rivolto agli aspetti morali ed etici della esistenza e della società più che a quelli esteriori, e in ciò è la grande differenza con Grillo: questi un coniatore di epiteti e di titoli e un distruttore anche a priori, Coluche un educatore, un uomo di frontiera, contro i tabù ancestrali e irrazionali, contro le censure ipocrite e egoiste, contro certe forme di giornalismo e di pubblicità promotori consapevoli di quei sentimenti e di quei comportamenti che al contrario vanno ritenuti falsi e depravanti, e naturalmente anche lui contro una certa politica: il bersaglio continuo di Coluche erano gli uomini e le loro secondo lui nefandezze e falsità. Ma Coluche, per quelli che lo conoscevano veramente, era amabile, gentile, sensibile, generoso: era soprattutto accomodante e aperto: la sua intransigenza e il suo fondamentalismo etici erano solo rivolti verso la meschinità e la sopraffazione e la violenza e allo stesso tempo il suo obbiettivo finale e ultimo era l’amore verso il suo prossimo, per conseguire il quale non vi erano ostacoli che lo potessero frenare: era plasmabile e ragionevole: non conosceva la supponenza e la vuota e incivile arroganza derivata da una qualche forma di potere o di contingente posizione di favore, di cui pur lui godeva. Soleva dire: “non sono un povero ricco, ma un ricco povero”.
Coluche strappato alla vita a soli 42 anni: a dispetto delle sue veementi critiche e maledizioni avverso i detentori del potere e dei privilegi e soprattutto avverso i media divulgatori di falsi valori, Coluche fu, ma ancora di più è, moltissimo amato da tutti i Francesi: è difficile rinvenire in Francia una città o un paesetto che non abbia una biblioteca o una strada o una piazza o un teatro o una sala cinematografica o un parco dedicati a Coluche. Una delle piazze più grandi di Parigi è a lui intestata. Non solo ma in floricoltura una rosa porta il suo nome e nel firmamento un astro è a lui nominato! Le sue frustate e le sue fustigazioni spietate e impietose non hanno intaccato il rispetto e direi l’amore del popolo francese verso di lui. Grillo, l’uomo del Tigullio, da certi presupposti e accadimenti ai quali assistiamo, è impensabile che possa minimamente non dico eguagliare ma nemmeno avvicinarsi a siffatti avvenimenti e riconoscimenti dei quali è fatto segno Coluche. In effetti, tra il tanto altro, nei rapporti a mezzo internet che lui a tempo pieno coltiva viene a mancare il contatto fisico, l’afflato, la percezione veritiera e sicura della realtà umana e individuale che, al contrario, distinguono l’avventura umana di Coluche in ogni momento.
E ancora: ma Coluche, cosa che -mi sembra di costatare- lo colloca a un livello decisamente superiore rispetto a Grillo, fu il suo amore fattivo, sincero, smisurato per i deboli, i derelitti, i poveri quindi la capacità incommensurabile di avvedersi e di tenere rispetto dei miseri e dei derelitti e degli abbandonati dalla sorte, come era stato lui stesso e ciò non si vede come si possa conseguire tramite un twitter, a parole. Ancora oggi, dopo oltre quaranta anni, se si va a Parigi, specie in certe stagioni dell’anno, quando la bruma comincia ad avvolgere la città, la sera si assiste ad uno spettacolo che tramortisce e spezza veramente il cuore: si vede in certe piazze un grande movimento di uomini e di attrezzature e molta luce e se ci si avvicina (da lontano, non si ama che un estraneo si avvicini) si assiste ad una scena unica nel suo genere nella storia della umanità a mio avviso: cittadini comuni della società che servono pasti caldi ai poveri e ai miseri, con rispetto, con amore, senza affettazione, senza esibizionismi. E se osservi attentamente in mezzo a queste persone che servono i derelitti, si può notare qualche famoso professore universitario, qualche primario di ospedale, qualche importante professionista affianco al bidello o al falegname o all’impiegato comunale, accomunati dall’amore e dal rispetto verso i poveri e gli abbandonati. E ciò avviene ogni sera e questi professori, questi grandi medici, i professionisti, dedicano una serata della loro settimana, spontaneamente, per senso del dovere civico e del rispetto, e non da farisei, a questa incombenza e verso le 21,30-le 22,00 ritornano nelle loro abitazioni. E tutto ciò fu creato e realizzato da Coluche: una istituzione possente che si chiama ‘Les Restos du coeur’ ‘i ristoranti del cuore’. Oggi, dopo circa quarantanni, si sono estesi a tutta la Francia, perché i bisogni purtroppo crescono anche in quel Paese. Il bilancio finale del 2011 fu di cento milioni di Euro! E circa cento milioni furono i pasti serviti dai volontari! E ciò fornisce una idea della rilevanza della iniziativa. E da dove vengono tutti questi soldi? Un 15% dallo Stato, un 15% dalla U.E., un buon 25% dagli spettacoli di ogni tipo che gli attori e commedianti e artisti francesi di tutte le categorie dedicano una-due volte l’anno, ogni anno, sistematicamente, alla raccolta di fondi per i Restos du Coeur ma la gran parte viene dai cittadini stessi, con i loro contributi. Ed ecco un altro fatto che colloca Coluche su un livello enormemente superiore alle peculiarità grilline che vengono fuori in queste ultime calende: lo Stato Francese, amministrato da gente non nominata dai politici bensì assunta solo per concorso e in base a meriti, ha perfino emanato una Legge che, grande onore, si chiama appunto ‘Loi Coluche’ ‘Legge Coluche’ che circoscrive in che modo i contributi che i cittadini francesi versano ai Restos du Coeur possono essere gestiti e tenuti presenti e in gran parte scaricati nelle loro denunce annuali delle tasse.Michele Santulli