FRANCOIS PINAULT E I CIOCIARI

Il noto imprenditore e cultore d’arte François Pinault  sulle prime pagine dei media internazionali grazie alla pinacoteca d’arte contemporanea da lui promossa nell’antico complesso architettonico della Bourse de Commerce di Parigi, con la   esposizione al pubblico di opere d’arte contemporanea  della propria collezione:  vista la struttura in cui è stata realizzata la pinacoteca, senza tener conto  della varietà e quantità soprattutto qualità delle opere della collezione Pinault difficilmente eguagliabili,  siamo dunque ai livelli  del Guggenheim di Bilbao o del Louvre di Abu Dhabi, considerati il massimo dell’arte moderna e contemporanea. 

E probabilmente senza proporselo, François Pinault si è fatto promotore di un’altra iniziativa di prestigio e cioè celebrare i ciociari che ancora alla fine del 1800  erano, in effetti, le creature più conosciute del continente grazie agli abiti indossati, tipici ed esclusivi e anche grazie alle opere realizzate dai massimi artisti dell’epoca conosciute dovunque.  I Ciociari, parola così difficile a pronunciare e ancora di più a scrivere, chi erano dunque? Invero tutto il mondo che coltiva i musei e le arti decorative ma anche la musica e la letteratura, li ammira ed ama da sempre epperò pochissimi o nessuno li conosce per nome: italiani, romani, napoletani, contadini, pecorai, abruzzesi, savoiardi, calabresi, baschi, zingari e altri sono questi i connotati che di  norma appaiono sotto le immagini che li raffigurano. Ora avviene che alla Bourse de Commerce  alzando gli occhi in alto si resta abbagliati dallo spettacolo unico al mondo di quella antica cupola in acciaio e cristallo dal diametro quasi pari a quella di San Pietro a Roma e ancora di più dalla serie di immagini  che scorrono lungo il fascione sottostante. Grande lo sbalordimento alla visione di quelle iconografie di oltre cento anni tornate all’antico splendore grazie alla sapiente  opera di recupero e ringiovanimento voluta dal Mecenate Pinault. E in questo fascione alto quindici metri che si snoda sulle nostre teste a guisa di un incredibile diorama sono illustrati i cinque continenti che all’epoca  intrattenevano rapporti di affari nel commercio delle granaglie ed affini con la Francia. E il continente Europa tra vascelli e bastimenti, carri, buoi, lavoratori, sacchi, muli ecc. si presenta allo spettatore con la immagine in primo piano di una coppia di giovani ciociari  nelle loro sgargianti vestiture!  a significare che quei personaggi in quei costumi erano conosciuti in tutta Europa, erano cioè la lingua franca dell’epoca: siamo di fronte anche ad un principio, direi, di diritto internazionale pubblico, la Francia che ammonisce i suoi partner commerciali dichiarando che sono i ciociari che rappresentano e illustrano l’Europa e non i tedeschi o gli olandesi o gli scozzesi e nemmeno i francesi stessi o altri!  E in quel panciotto del ciociarello si riconoscerà il panciotto in primo piano nei quattro oli celeberrimi di Cézanne e nel costume della ciociarella quello della Ciociara col mandolino di Corot. E se ricorderemo che questa umanità originaria della regione a Sud di Roma nota come Ciociaria, è stata soggetto anche delle opere  dei massimi  artisti dell’epoca quali Manet, Degas, Cézanne, Rodin, Matisse, Van Gogh, Leighton, Sargent, Briullov e poi di Picasso, Severini fino  a Depero….., una apoteosi dunque unica nell’arte occidentale, allora è ben possibile che François Pinault si sentirà ancora più gratificato del prezioso dono fatto ai Francesi e magari pur non trattandosi di arte contemporanea, si sentirà invogliato e stimolato ugualmente ad approfondire tale pagina incredibile della Storia dell’Arte.

E di conseguenza la visita alla collezione Pinault è doppiamente affascinante e gratificante.

                                                                                 Michele Santulli

 

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