17 maggio 2014, sabato, la mai abbastanza esaltata e elogiata ‘notte dei musei’ una iniziativa a livello europeo che ne ha previsto l’apertura anche alle ore notturne gratuitamente o quasi gratuitamente, per dare veramente la possibilità a tutti di entrarvi, almeno una volta l’anno. E in questa occasione a Roma, abbiamo assistito a scene e a spettacoli veramente stupefacenti e usiamo pure il termine: fuori del comune, inusitati e adesso spieghiamo perché. Senza andare lontano, già a a Parigi lo spettacolo di file lunghissime davanti alle biglietterie dei musei principali in attesa di poter entrare è, come si sa, una visione non eccezionale ma normale, quotidiana, ad ogni ora del giorno. A Roma si assiste al medesimo spettacolo normale, quotidiano solo ed unicamente all’ingresso dei Musei Vaticani dove entrano ogni anno, a 16 Euro a biglietto, circa cinque milioni e mezzo di visitatori, tanti quanti ne entrano in tutti i musei italiani messi assieme e avanza qualcosa! A reiterata dimostrazione che l’Arte, sia quando si ammira nel museo sia quando si vende o acquista sul commercio, è da sempre, oltre a mille altre motivazioni e sentimenti, motivo anche economico: cioè l’Arte rende soldi. Ma bisogna esserne all’altezza, bisogna dispiegarne i giusti e corretti comportamenti, bisogna cioè essere preparati! E noi italiani specificatamente, ed è cosa disgraziatamente notoria, tali buoni dispiegamenti di comportamenti idonei -salvo le solite eccezioni alla regola- li applichiamo solamente ed unicamente in certi contesti e situazioni che nulla hanno a che fare con la valorizzazione intelligente del nostro patrimonio artistico e culturale, che, al contrario, sappiamo trascurare e perfino mandare in rovina sistematicamente ma non valorizzare e far rendere e produrre, sia culturalmente e sia economicamente! Una tragedia nazionale. Si vedono pure da noi le code per ammirare un’opera d’arte ma solo quando è il privato che organizza l’evento, come insegna e comprova, per esempio, la ‘ragazza con la perla all’orecchio’ esposta a Bologna, visitata in una settimana, pagando 12 Euro se non ricordo male, da tanti visitatori quanti ne entrano in un anno in un museo cittadino! Quindi le presenze di visitatori nei Musei italiani sono semplicemente risibili, se raffrontate con quelle nei musei delle città al di là delle Alpi. Alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, a quella Nazionale d’Arte Antica, al Museo Etrusco, alla Galleria Comunale, tanto per citare alcune delle istituzioni museali romane entrano tanti visitatori (dei quali la maggior parte sono stranieri!) quanti necessari a malapena a pagare le spese per la pulizia dei gabimetti in un anno! Niente o quasi niente, dunque. Lo spettacolo eccezionale al contrario si è goduto la notte fatale del 17 scorso durante la quale si sono viste le file, e che file!, davanti ai musei romani: lunghissime, ben ordinate, che hanno fatto pensare immediatamente ai Musei Vaticani o al Museo d’Orsay! E la fila perché? Per poter entrare al Museo, peraltro pagando un Euro, quindi non gratis. E la Galleria Nazionale d’Arte Moderna splendidamente illuminata, mai vista in tale luce abbagliante, le siepi ben potate e i prati ben tosati, una visione quasi emozionante, con tutta quella gente in fila in attesa di entrare! Naturalmente molto impegno è stato profuso da parte della Galleria nell’apertura, per l’occasione, di tante sale sovente chiuse al pubblico e nell’allestimento ed esibizione di opere non più viste da qualche anno, quale la donazione Filippo Palizzi ora tutta ben esposta su tre o quattro file. Ma non vogliamo parlare solo del buono, che è stato notevole e lodevole da parte dei gestori della GNAM che il massimo hanno certamente fatto per permettere ai visitatori di riportare gratificazione e ammirazione, ma anche di quanto a nostro avviso negativo e quasi biasimevole: la chiostrina che ospita dai primi anni del 1900 la scultura i ‘Saturnali’ di Ernesto Biondi, in quel giorno 17 maggio era ancora ben invisibile e inaccessibile allo sguardo, come nei trascorsi cinquantanni e passa, ben protetti e occultati da pesanti tendaggi o da pannelli oppure ben coperti e coccolati dalle immense foglie di qualche pianta tropicale: perciò i poveri Saturnali di Ernesto Biondi al buio pesto, anche nella notte della luce! In aggiunta la scultura in marmo ‘Il risveglio’ di Amleto Cataldi, opera titolare di premi internazionali di prestigio allorché presentata ad una esposizione importante romana nel 1911, al buio pesto anche essa, nel deposito! La sua ‘Portatrice d’acqua’ esposta invece sotto al finestrone del caffè della Galleria, ancora senza etichetta riconoscitiva.
Non vogliamo fare commenti e lasciamo tale incombenza al lettore attento: sia rammentato, in aggiunta, che pochi giorni fa, sempre presso questo Museo, si è conclusa una manifestazione espositiva monografica intitolata: “D’aprés Rodin. La scultura italiana del primo novecento” dove sono state esposte trenta-quaranta sculture di artisti che in qualche modo, secondo i promotori, avrebbero avuto rapporti/risentito delle sue influenze, con Rodin. Curiosamente assenti i menzionati artisti scultori Ernesto Biondi e Amleto Cataldi che avrebbero dovuto, al contrario, godere -a nostro avviso- perfino di una corsia riservata, almeno dal punto di visto informativo pur se non artistico, dato che veramente e fattivamente hanno conosciuto e collaborato con Rodin, specie con Cataldi e scambiato corrispondenza. E invece sia nei comunicati stampa sia negli opuscoli ufficiali, i due scultori ciociari sono inesistenti e morti. E allora ci permettiamo una digressione pur se apparentemente semplicistica: è sempre la Ciociaria che ne esce malconcia, come sempre. E tale giuoco è facile e senza rischi, vista la inerzia e la ignavia consolidate e perniciose delle istituzioni ciociare nei confronti dei propri figli, da sempre.
Michele Santulli