Ormai viaggi in macchina di lungo tragitto non si effettuano. Ma quanto si apprenderebbe. Un ciociaro ultimamente ha ricoperto il percorso fino a Parigi e ritorno e ne abbiamo raccolto le osservazioni.
La superstrada Sora – Ferentino non solo ancora senza indicazione del limite esatto di velocità quanto con un manto stradale e un dislivello sui viadotti che fa pensare alla savana africana, senza citare l’abominio della gentaglia che getta i sacchetti dell’immondizia e il resto lungo il percorso.
Al casello Roma Sud vi sono almeno trenta postazioni: quelle contrassegnate con la mano dell’uomo diventano sempre di meno: ora sono un paio! Scambiamo qualche parola con l’uomo in cabina: dobbiamo ringraziare che ancora siamo qui, osserva! Ribellarci? Ti mandano via. Ma che bello: gli Italiani, si costruiscono le autostrade, pagano perfino per poterle utilizzare e poi, il culmine, le macchinette lavorano e gli Italiani a casa! Necessariamente debbono esserci in azione dei meccanismi tali che consentono che i governanti, che dovrebbero vigilare al benessere comune, stiano a guardare mentre il capitale ingrassa e i pedaggi aumentano ogni anno.
Ai caselli per Civitavecchia idem: solo macchinette e un solo cassiere! Farneticante la cementificazione del territorio. Imbocchiamo l’Aurelia, oggi a due carreggiate e quattro corsie. Una osservazione: questa strada extraurbana analoga alla Sora – Ferentino evidenzia un limite quasi sempre di 110 Km/h laddove quella ciociara max 80/90! E dire che quella ciociara è completa, in più, anche della recinzione di protezione degli animali e, a ulteriore determinante differenza, non ha intersezioni a raso. A Rossignano imbocchiamo l’autostrada e anche qui abbiamo la conferma che i reggitori della cosa pubblica italiani sono in regola da mettere alla gogna a dir poco: e cioè assistiamo allo spettacolo, credo unico al mondo perché nemmeno gli arabi che hanno il petrolio oserebbero fare tanto, che la autostrada per chilometri e chilometri, venti-trenta, cammina sopraelevata, su piloni di cemento ! E’ il medesimo spettacolo della Bifernina (e chissà dove altro ancora!) cioè della superstrada che da Campobasso porta al mare: quasi tutta sopraelevata ! Cioè i francesi, gli svizzeri, gli inglesi, i tedeschi, studiano al meglio i percorsi per evitare ponti e viadotti e gallerie e per rispettare ovunque possibile le caratteristiche dei terreni e il loro andamento nonché la entità della spesa, da noi invece criteri esattamente all’apposto: tutto dritto e tutto in piano così i prezzi lievitano! Quindi quantità enormi di gallerie, di viadotti, di ponti e prezzi ovviamente quadruplicati almeno rispetto agli altri paesi! Quindi cifre enormi per manutenzione e controlli e.. ogni tanto qualche ponte crolla. Il ciociaro continua il viaggio e a Genova è sbalordito dalla quantità di gallerie ! Quali prodigi di ingegneria! E che ponti dall’altezza vertiginosa! E quali vedute panoramiche! A Genova guardandoti attorno a tutti quei palazzoni, anche nei punti meno immaginabili, in macchina inizia una discussione: ma è quarto mondo o quinto mondo ?
Ci avviamo verso la Francia, ai caselli quasi solo macchinette o un solo cassiere umano! Arriviamo al tunnel del Fréjus dopo un sanguinoso esborso per pedaggio: quei tredici Km costano 44,20 € all’andata e tanto anche al ritorno: se però si rientra in sette giorni il percorso andata/ritorno costa 55,20 € se entri in Italia e stranamente 54,30 € se in Francia!
Finalmente in Savoia: splendida autostrada, forse rispetto a quella italiana alquanto troppo attenta ai piccoli e brevi percorsi meno dritti e quindi un continuo abbassamento dei limiti: in effetti la prima osservazione che si fa è che l’autostrada non è dritta come da noi bensì segue in generale l’andamento del terreno per cui curve e discese, quindi, di regola, non esistono gallerie e viadotti e ponti.
Ci fermiamo ad una stazione di servizio: strabiliante, un parco immenso, quasi un paese, le pompe di benzina relegate in un angolo all’imbocco e poi parcheggi, natura, alberi, laghetti, sovente alberghi, locali di ristoro, possibilità di sedersi o di passeggiare o di fare picnic, giuochi per i bimbi: tutto pulito e ben controllato. Spettacolo inimmaginabile per noi! Fino a Parigi è il medesimo spettacolo: oltre alle normali stazioni di servizio che sarebbe più corretto chiamare: parchi, si incontra un parcheggio più piccolo ma altrettanto comodo e pieno di verde e quasi sempre completo dei servizi, ogni dieci Km!! Il nostro ciociaro è sbalordito. E il nostro Stato, a chi ha dato in fitto le autostrade pagate da noi, due volte, con i nostri miserevoli risultati?
Inutile dire che in oltre mille Km fino a Parigi dal confine, non più di tre autovelox! Da noi centinaia!
Colpisce che tenere la destra è di rigore anche quando presenti i camion. Colpisce altresì che tutte le targhe evidenziano il contrassegno provinciale o regionale. Da noi quasi tutto anonimo.
Pianure immense, tutto è coltivato, migliaia di mucche al pascolo: grandi fiumi, la Saona, il Rodano… Niente cementificazione selvaggia: in generale i villaggi e paesi anche nuovi di costruzione, tutti assemblati assieme e i capannoni non dispersi sul territorio ad arbitrio personale ma concentrati in zone ben delimitate.
Parigi, un mondo arduo a descrivere: si vedono cantieri dovunque, almeno 450 cantieri aperti nella città! Altrettanti o quasi ne abbiamo incontrati sul tratto autostradale da noi percorso! Tutto un movimento! Tutto in attività! Se per caso entri in una agenzia immobiliare, ti avvedi e capisci che i clienti prelibati sono gli Italiani: sono i maggiori compratori di appartamenti, ti fanno capire che sono quelli che hanno più soldi!
Ora il traffico è impossibile anche a Parigi. Si osserva che le piante che adornano le strade sono tutte ben dritte e curate e, curiosamente, non noti di solito quei montarozzi e deformazioni che le radici provocano sui marciapiedi. Le strade cittadine quasi perfette, quelle di campagna dove abbiamo avuto occasione di viaggiare, ancora più… perfette! E quanto lascia sbalorditi è costatare che i manti stradali, a dispetto delle escursioni termiche molto rigide e del traffico intenso, sono inappuntabili: le bitumazioni sono fatte per durare, venti anni, quindici ! Da noi, salvo rare eccezioni: sei mesi massimo e poi cominciano le buche e il solito degrado. I passaggi sui binari dei tram sono inavvertiti, non ci si accorge di nulla ! Qui stupefacente è un’altra costatazione: i tombini e del genere sono veramente a perfetto livello stradale e non una savana africana come da noi di regola! Quando vedi un rammendo stradale, esso di solito è geometrico e ordinato, non all’arrembaggio ma soprattutto quasi non ti accorgi dell’intervento in quanto l’artigiano si impegna ad ottenere che la nuova asfaltatura assomigli il più che possibile alla vecchia, a differenza enorme delle nostre arlecchinate. E in queste strade di campagna non vedi quella dovizia di tabelle e cambiamenti di velocità che noti da noi: solo in rari casi vedi dissuasori e tabelle di rallentamento.
Nei caselli ancora è possibile vedere in servizio uomini e non robot. Non parliamo del patrimonio di biciclette pubbliche a disposizione dei cittadini in tutti i luoghi della città! Inimmaginabile! Più di ventimila in mille stazioni! E in perfetta e inappuntabile efficienza nonché funzionalità!
Michele Santulli