TABULA RASA… DI ALBERI

Ancora è arduo a comprendere che cosa rappresenti un albero   e che cosa   implichi abbatterne uno:  l’albero,  è come l’aria, l’acqua, la luce…  

In tutta la provincia di Frosinone, ben meritata, ancora oggi, la qualifica di ultima o penultima tra i capoluoghi italiani, si assiste in questi ultimi mesi, 2019, a delle iniziative che suscitano  ammirazione per la efficienza e tempestività e organizzazione: autocarri, personale in grande attività, gru, seghe, piattaforme volanti, encomiabile zelo ed operosità …a tagliare alberi e querce, quindi a distruggere un bene pubblico, quindi a seminare miseria: le vittime sono soprattutto querce secolori di tre/quattro metri di circonferenza e pini innocui e splendidi che si levano maestosi  al cielo:  da parte delle pubbliche istituzioni vera libidine, quasi concupiscenza  nell’abbattere! Quasi una caccia all’untore, di esecranda memoria. La ragione del massacro?  La solidarietà verso gli automobilisti: le piante possono schiantarsi sulla macchina che passa! Perfino a cinque metri di distanza dalla strada. Le piante, dopo milioni di anni, per degli scellerati sono diventate improvvisamente assassine!  

Bisognerebbe rizzare le orecchie con sospetto e timore quando senti parlare di solidartietà, di abnegazione, di afflato lirico, perfino di amore, da parte delle pubbliche istituzioni: è il momento esatto che vogliono imbrogliare e fottere la gente. Gli esempi sono sotto gli occhi di tutti, se vogliamo e sappiamo osservare: gli autovelox per esempio, installati, per il bene dell’autombilista! Per tornare al tema, si sta ottenendo e perseguendo la   tabula rasa cioè la quasi totale distruzione del patrimonio arboreo pubblico:  Castrocielo, Colfelice, Villa S.Lucia, Piedimonte S.G., Arpino, Ceprano, Arce, Isola…sono queste alcune delle stazioni di una autentica via crucis dell’annientamento  e dell’omicidio: è un vero genocidio: è una  tragedia sociale vedere  quei tronchi maestosi ormai atterrati, quali cristi in croce. Pertanto non si sente mai la magistratura intervenire per mettere in prigione o i carabinieri per impedire e, principalmente, il prefetto per richiamare e controllare e valutare: in effetti la fortuna grande degli autori, diretti e indiretti, di siffatte calamità è che la gente, cioè i cosidddetti cittadini, cioè le vittime, sono morti o ciechi o sordi, altrimenti si può esser certi che siffatti abbomini non si commetterebbero. E le associazioni di protezione della natura ecc.?  

Se  non vengono abbattuti, gli alberi vengono non intelligentemente e professionalmente potati bensì capitozzati cioè privati delle ramificazioni e ridotti al solo tronco, come quando al bipede togli braccia  e gambe!  La capitozzatura degli alberi  è in verità il modo scientifico  di mandare a morte l’albero nel corso degli anni: ma ha un vantaggio: obbliga il Comune ogni anno a sfoltire e a tagliare  una parte dei rami nati: quindi qualcuno si è creato anche una rendita,  lucrando  sui cadaveri intenzionalmente capitozzati e non potati! Nella trista provincia di Frosinone gli alberi si abbattono o si capitozzano: la ipocrisia o la volontà di turlupinare la gente, o la ignoranza che è lo stesso, portano le istituzioni  a servirsi ufficialmente (nei manifesti, avvisi, ordinanze…) di termini quali tagli, interventi di manutenzione,  potatura, risagomatura perfino cimatura: invece si tratta di vera e propria infantile nefasta capitozzatuara: si vada in internet per accertarsi. In questo momento particolare in cui il vento ha distrutto così tante piante perché spesso mai curate e manutenute, il Comune di Roma scrive: “…  a Roma non si pota più in modo selvaggio da almeno 20 anni. Niente capitozzature per intenderci”.

Arboverde.it  “NO alla CAPITOZZATURA! La Capitozzatura  non è una ‘tecnica di potatura’, ma quanto di più deleterio, inefficace, deprecabile e assurdo si possa attuare ai danni di un Albero… L’Albero possiede una sua forma naturale, l’habitus, che ha conquistato in milioni di anni di pressione e selezione naturale, capitozzandolo perde i centri ormonali posti proprio nelle zone apicali, funzionali al controllo della sua crescita ed organizzazione. Per rispondere a questa aggressione lo sforzo energetico che deve sostenere lo indebolisce e lo rende nel tempo più pericoloso…. Non esistono Alberi killers, ma solo pratiche di gestione sbagliate .”

Si osservino come si presentano le vie con gli alberi così ridotti e a che cosa sono state ridotte queste inermi e generose creature: tra l’altro avverrà che in estate le macchine in parcheggio diverranno fornelli per uova! Se passasse un francese o un tedesco o uno svizzero arrossirebbe per lo sdegno e anche per il terrore di avere a confine una nazione dove si commettono tali atrocità contro la natura.

                                                                                              Michele Santulli

 

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