Si sa bene che quelle religioni il cui fondamento è il Vecchio Testamento e cioè l’Islamismo, il Giudaismo e il Cattolicesimo, le religioni monoteiste per antonomasia, sono manifestamente indifferenti agli animali per cui squartamenti e ammazzamenti e altro analogo ne fanno parte e della dottrina e della pratica, ogni giorno dell’anno! Il Dio del Vecchio Testamento è stato maestro squisito di raffinatezza direi omicida con riferimento agli olocausti e ai sacrifici in Suo nome: solo animali esenti da difetti, quasi sempre di primo latte, primogeniti, quindi perfetti, dovevano essergli sacrificati in ogni occasione ricorrente: e il bruciamento della vittima sui carboni ardenti era ‘fragranza’ per Lui! Solamente la religione principale indiana e quella tibetana hanno rispetto della vita degli animali, a partire perfino dai cobra. Oggi più che mai, a dispetto di una accentuata attenzione e sensibilizzazione da parte dei cittadini del pianeta e della attiva adesione e azione di alcune istituzioni internazionali quali Change e Avaaz e WWF, l’esistenza degli animali è nel segno della precarietà e del pericolo: le inumane condizioni cui sono sottoposti negli allevamenti intensivi e, di più, l’opera devastatrice ed assassina dei bracconieri, specie con riferimento agli animali selvaggi, senza contare la micidiale deforestazione e la cementificazione nonché l’opera dei cosiddetti cacciatori, nell’Africa e paesi consimili, ne sono le micidiali cause: risultato è la progressiva estinzione, soprattutto di quelli più vicini alla esistenza dell’uomo: elefanti, tigri, balene, coccodrilli, giraffe, leopardi, rinoceronti, leoni…pare che ci sia la volontà palese dell’annientamento e gli stati quasi nulla intraprendono alla loro salvaguardia: e la peggiore, a mio avviso, l’ONU, istituzione internazionale creata dagli Stati proprio per la protezione e intervento e soccorso, fino ad oggi nulla e zero ha fatto per la salvezza delle specie. Oggi ancora nei paesi nordici ogni anno si ammazzano a bastonate centinaia e centinaia di innocui pinguini, in certe isole danesi si trucidano migliaia di inoffensivi ed innocui delfini e di balene tanto che il mare ne arrossisce, i giapponesi stanno scientificamente svuotando gli oceani delle loro balene nella in effetti indifferenza generale, altri asiatici danno la caccia spietata ai pescecani per ricavarne, tra l’altro, le pinne perché, dicono, hanno poteri afrodisiaci; le borsette da donna Hermès di oggi sfoggiano, e decantano, la pelle di alligatore di cui sono fatte, 20,000 $ ciascuna! A ciò si aggiunga la pesca sempre più sfrenata e diffusa: tra non molto i mari si trasformeranno necessariamente in luride pozzanghere, visto anche tutto quanto vi si riversa dentro.
Ma abbandoniamo questa triste pagina di violenza e di morte che, malauguratamente, accompagna la vita dell’uomo: certo è che i bipedi aumentano sempre di più in modo esponenziale e la natura e i suoi componenti, al contrario, scompaiono altrettanto in modo esponenziale!
Ci troviamo nell’Abbazia di Casamari, a Veroli, dal 1100 circa casa dei Cistercensi, è uno dei più antichi complessi monumentali e quanto la distingue, oltre alla atmosfera inconsueta e speciale che vi si respira, è lo stile della sua architettura, il gotico cistercense, propagatosi ovunque in Italia e Europa: il chiostro, la chiesa e ancora di più la sala capitolare, unica nelle sue peculiarità architettoniche, perfettamente conservata, ne sono esempi significativi. All’ingresso dell’Abbazia nel parco circondato da maestosi pini e da antiche vestigia, si trova una fontana circolare dove nuotano indisturbati decine di pesci di tutte le dimensioni e colori. Se si procede nell’interno dell’Abbazia, ai piedi della scala del chiostro si distende un manto verde dove al centro si leva la scultura in bronzo della Vergine dovuta a noto artista italiano e affianco una antica fontana circolare anche essa ricca di pesci. A un paio di metri una prestigiosa fontana in marmo, per gli assetati. Un’altra vasca questa volta con tartarughe acquatiche, si trova nel terreno sottostante il giardino. Poche settimane addietro qualche monaco, con un certo stupore, aveva notato un grosso volatile che svolazzava in giro, fuori del comune per dimensioni e colore biancastro delle ali. Lo si vide anche all’imbrunire in giro o posarsi su qualche antico pino. E questo è avvenuto per due-tre giorni, con meraviglia dei monaci che lo avvistavano. La mattina dopo il monaco addetto al nutrimento dei pesci e alla manutenzione delle vasche, rimane a bocca aperta come si suol dire: dei pesci non ve ne era più nessuno! Scomparsi! Lo stesso alla seconda vasca! E alla fine si trovò la risposta: il grosso uccello dall’apertura alare di quasi due metri, era un airone! Casamari pur non presentando le caratteristiche naturali che di norma attirano questi volatili migratori avidi in particolare di fauna ittica, aveva in qualche modo richiamato la sua attenzione e l’intelligente volatile ben aveva intuito la situazione, vista la scorpacciata di pesci a portata di…becco.
Altro episodio che solleva l’animo rispetto a tanti terribili misfatti a spese dei poveri animali si è verificato a Santopadre, un paesino vicino Arpino. Un cane randagio, non si sa come e perché, quando viene celebrato il santo uffizio dal parroco don Giuseppe, si distende ai suoi piedi dietro l’altare e vi rimane calmo e tranquillo fino alla fine. E’ un fatto alquanto inusitato e anche, per regola, non consentito dalla Chiesa che un cane venga ammesso in un luogo cosiddetto sacro: eppure a Santopadre il mite randagio ha rinvenuto un parroco intelligente e sensibile e una popolazione altrettanto mite e comprensibile. Affianco, dunque, alla ferocia e crudeltà e indifferenza, l’uomo agisce con impegno altrettanto forte e determinato nella lotta per la salvaguardia e rispetto degli animali.
Michele Santulli