PAGINE CIOCIARE D’ARTE A PARIGI

Partendo dalla occasione che il 17 p.v., 2013, si inaugurerà ad Atina in Valcomino una piccola casa museo intitolata ‘Académie Vitti’ dove in tre stanze finemente arredate e presentate da una valente architetta del luogo, il promotore appassionato mostrerà al pubblico e al mondo alcuni cimeli – grandi disegni di allievi dell’Académie, fotografie e cartoline e altro – miracolosamente salvati e conservati, appartenuti ai proprietari/fondatori della Académie Vitti, ne approfittiamo per richiamare alla memoria alcune pagine della storia dell’arte. Ci troviamo a Parigi agli inizi del 1890 e tre sorelle originarie di quell’olimpo che è Gallinaro in Valcomino vivono anche loro facendo le modelle per le migliaia di artisti che in quell’epoca assiepavano Montmartre a Parigi. Maria una delle sorelle, anche lei dal corpo perfetto – e lo vediamo dalla scultura che la raffigura nelle spoglie di Diana cacciatrice modellata dallo scultore americano Frederick Macmonnies – si unisce con Cesare Vitti da Casalvieri, scultore e anche lui modello, e verso il 1894 fondano una scuola di disegno, l’Académie Vitti, a Montparnasse. Le tre sorelle Caira, questo è il cognome, vi posano come modelle e gli studenti e le studentesse aumentano continuamente: in realtà ora è la prima volta che si può dipingere da nudi maschili e femminili. Qualche anno più tardi Anna, una delle tre, viene corteggiata e conquistata da un artista e collezionista appartenente ad una delle famiglie nobili della Francia e vanno a vivere per molti anni in Italia: a Venezia, a Capri, a Taormina, a Roma e soprattutto a Firenze dove si insediano in una villa sulle colline fiorentine e iniziano una esistenza di relazioni culturali e artistiche molto celebrata a Firenze: Giovanni Papini, Oscar Chiglia, Soffici, tanto per rammentare, erano di casa. E Anna a contatto con questo mondo di artisti sentì in lei sbocciare una vena poetica e nella rivista di Papini ‘Lacerba’ si trova anche qualche sua lirica. Dire che Gauguin dava per referenze la Académie Vitti quando doveva accreditarsi presso qualche committente, che vi insegnò, tra i tanti altri, H.Anglada Camarasa e, nel 1912, anche Kees van Dongen, ci aiuta ad avere una idea del successo e anche del livello della scuola: Picasso, anche questo ha un significato, quando doveva consigliare qualche allievo o amico, lo indirizzava anche all’Académie Vitti: restò aperta fino al 1914: infatti quell’anno i fondatori rientrarono in Italia perché spaventati dalla guerra incipiente.
Altro istituto d’arte più antico e più longevo fu l’Académie Colarossi, dal nome del suo proprietario Filippo Colarossi, pure ciociaro, originario di Picinisco pure in Valcomino. L’Académie Colarossi era anche essa collocata a Montparnasse, al nr. 10 de la Rue de la Grande Chaumière e in altre due succursali: numerose le classi e numerosi gli studenti. Delle numerose scuole private di arte è, assieme all’Académie Julian, la più conosciuta e la più seguita: fu qui che si iniziò a far posare nudi anche i modelli maschi, e fu qui che per la prima volta le studentesse potettero dipingere da nudi viventi e fu qui che per la prima volta che si instaurarono classi miste e fu qui anche la prima volta, nel 1910, che una donna potette divenire insegnante, fino ad allora impensabile. Gli studenti e studentesse passati nel suo atelier nel corso degli anni sono infiniti: la rete fornisce una idea pur se riduttiva. Modigliani ne frequentò i corsi e vi conobbe Jeanne, lo stesso Gauguin. E già questo nome ne qualifica l’alto livello. Oggi è ancora al medesimo luogo a continuare la medesima attività ma con altro nome.
Una terza scuola d’arte, anche questa famosissima pur se di breve durata, dal 1898 all’ottobre 1901, fu quella fondata a Parigi dall’artista americano Whistler (1834-1903) che la intestò alla sua giovane modella preferita, Carmela Caira pure di Gallinaro e chiamò la scuola Académie Carmen che ebbe notevoli riscontri soprattutto tra gli studenti americani ma le scarse capacità gestionali di Carmen e lo stato di salute cattivo dell’artista ne provocarono la chiusura anzitempo come detto. Carmela continuò la sua professione di modella e ne abbiamo rintracciato il sembiante in quel capolavoro incredibile del 1903 di Matisse ‘Carmelina’ e in qualche acquarello di Pascin e nell’edizione del 1904 del ‘Bacio’ di Rodin. Chi ha piacere, più esaustive informazioni nel libro: MODELLE E MODELLI CIOCIARI NELL’ARTE EUROPEA, A ROMA, PARIGI, LONDRA 1800-1900”.

Michele Santulli

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